Strafighi come la roccia!

Pubblicato su Sciare magazine, 1 gennaio 2024

C’è una bella quanto maligna storiella, illuminante anche per chi nello sci ricopre un ruolo che può essere di tecnico di club o di direttore di scuola, di presidente di club, di comitato o di collegio maestri. Un ruolo insomma, qualunque esso sia. La storia è ben nota negli ambienti che contano, università e palazzi della politica, ed è raccontata per spiegare quello che nessuno dovrebbe fare e che invece molti fanno.

In natura esiste un organismo – ha un nome difficile che sinceramente ho dimenticato – la cui struttura neurologica è minimale. Anzi, si dice che sia tra gli esseri viventi in assoluto più semplici che esistano sulla Terra. Eppure questo organismo basilare possiede qualcosa di senziente che lo porta ad agire con un minimo di finalità. Poca cosa, davvero minima, ma funzionale ed essenziale. Infatti è proprio grazie a questo quasi-nulla di sistema nervoso che dal mare in cui nasce, ma in cui non sopravvivrebbe, esso riesce a raggiungere tra sforzi indicibili la costa e attaccarsi con tutto se stesso alla scogliera, mettendo in salvo la propria fragile esistenza. Figo! Un trionfo della volontà di potenza della natura, una magia della vita per la vita: una minimale struttura nervosa ha ottenuto il suo grande fine.

Tuttavia, ecco la cosa ancora più incredibile, una volta attaccato alla roccia, finalmente al sicuro, all’aria e al sole, l’organismo vivente mangia il suo minimo apparato neurologico, ponendo fine alla sua esistenza di organismo vivente e diventando un tutt’uno con lo scoglio su cui si è aggrappato. Fossilizzandosi, insomma, si è reso eterno. Strafigo!

Quindi, daccapo, per capire meglio: nasce con un cervello minimo che più minimo non si può; è condannato a morire, ma con il minimo cervello che ha, si salva. Figo! Poi, però, una volta salvo, si mangia il minimo cervello grazie al quale si era salvato, per eternizzarsi roccia tra le rocce. Strafigo!

Dicevo che la storiella, la quale invero è un caso biologico, gira malignamente negli ambienti più prestigiosi, università e palazzi della politica, per spiegare cosa si deve fare per rimanere per sempre in quei prestigiosi ambienti a cui con difficoltà si è arrivati.

Avete capito bene: per arrivare alla carica ci vuole intelligenza, ma poi per mantenere per sempre l’agognata carica è necessario mangiarsi l’intelligenza, smettendo di pensare con coscienza e libero giudizio. In questo modo, come nella storiella, si diventa roccia tra le rocce. Eterni fossili del sistema.

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