I giovani sono sempre i giovani

Pubblicato su Sciare magazine, 1 febbraio 2024

Parla con un direttore di scuola di sci oppure parla con un allenatore di club e i commenti sui nostri giovani sono gli stessi. I giovani sono pigri, sono viziati, sono perfino maleducati. Chissà dove andremo a finire con una gioventù così… debosciata!

Per essere più preciso riporto letteralmente alcune affermazioni sui giovani e per comodità con il ragionamento che segue, le numero. La prima: “la nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’autorità, non ha alcun rispetto degli anziani; i giovani di adesso non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male perfino ai genitori, in una parola, sono cattivi”. La seconda: “non c’è più alcuna speranza per l’avvenire del nostro paese se la gioventù di oggi prenderà il potere domani, poiché questa gioventù è insopportabile, senza ritegno, terribile”. La terza: “il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico, i ragazzi non ascoltano più i loro genitori, la fine del mondo non sarà lontana”. La quarta e ultima “questa gioventù è marcia nel profondo del cuore, i giovani sono maligni e pigri, non saranno mai come la gioventù di una volta, quelli di oggi non saranno capaci di mantenere la nostra cultura”.

Ebbene, per essere ancora più preciso va detto che la prima è una citazione di Socrate del 470 a.C.; la seconda è di Esiodo, ancora più antica, del 720 a. C.; la terza è di un sacerdote egizio addirittura del 2000 a.C., mentre la quarta e ultima è incisa su un vaso di argilla trovato a Babilonia e risale a 3.000 anni a.C., cioè a oltre cinquemila anni fa.

Dopo l’“ebbene” che indica una conclusione, ci va il “bene” che indica una morale, questa: lamentarsi dei giovani è un antico e falso luogo comune. Tra i giovani di cui si lamentava Socrate, c’erano Platone e Aristotele che hanno eternizzato il suo pensiero e dato profondità alla filosofia greca da cui discende il pensiero occidentale; tra i giovani di Esiodo c’erano i grandi poeti ellenici che hanno dato inizio alla poesia greca e latina… tra i giovani di cui si lamentava l’anonimo sacerdote egizio e l’incisore babilonese c’erano anche gli stessi Socrate e Esiodo…  Insomma lamentarsi dei giovani è sempre sbagliato. Nella loro diversità da noi, c’è il futuro del mondo. E se il mondo di domani sarà bello, più che da loro, dipende da noi e da quello che gli lasciamo.

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