Ski dome art

Pubblicato su Sciare magazine, 15 febbraio 2023

Se fosse una mancanza del sistema calcio e non del sistema sci, sarebbe già risolta, come, io credo, non esisterebbe la calvizie se fosse un problema femminile e non maschile come la calvizie è. Questione di cultura, insomma, cultura estetica, relativa alla calvizie, da millenni le donne perseguono la bellezza come gli uomini la forza; cultura sportiva, da almeno un secolo si costruiscono ovunque stadi di calcio mentre per lo sci si fatica solo a parlare di uno ski dome.

Eppure questa struttura ormai è necessaria. L’Italia è un paese di sciatori. Siamo primi al mondo per numero di giovani atleti. Nessun altro paese ne ha tanti come noi. E poi anche nelle categorie maggiori siamo tra i più vincenti. In un confronto calcio-sci, considerando i titoli mondiali dell’uno e dell’altro, non c’è storia. Infatti se nel calcio occupiamo l’ottava posizione del ranking mondiale, nello sci siamo da sempre tra i top five. In quello femminile addirittura siamo al top del top, occupando il secondo gradino del podio. Lo sci azzurro primeggia da quando è nato e sono più di cent’anni. Una struttura come uno ski dome serve per dare continuità e sviluppo a quel lavoro che ci ha portato a questi risultati. È vero che in Italia ci sono i ghiacciai ed è vero che è certamente meglio sciare in montagna piuttosto che al chiuso, ma uno ski dome è semplicemente una protesi, come lo sono gli stadi di calcio che sostituiscono i prati; come lo sono i toupet per i capelli. Quando d’estate la neve sui ghiacciai non è buona, quando in autunno piove o non fa freddo per dare inizio alla stagione con l’impiego dei cannoni, allora si va nello ski dome. Da maggio a novembre, insomma, può essere utile.

Certo, è fondamentale farlo con intelligenza: in un posto facilmente raggiungibile da tutti sci club italiani; con le più avanzate tecnologie, in modo che i costi per il suo funzionamento siano i più contenuti possibile; con soluzioni costruttive a impatto ambientale zero perché sia ecosostenibile. E anche sarebbe importante farlo esteticamente bello, perché possa essere un edificio da ammirare in sé e per sé, come il Colosseo, che era uno stadio, come il toupet di Sean Connery nei panni di James Bond, di cui nessuno ha mai messo in dubbio il fascino e la bellezza.

Ecco, uno ski dome ecosostenibile, esteticamente pregevole verrebbe a essere un’opera d’arte, il monumento allo sci italiano che non c’è e che lo sci italiano meriterebbe di avere.

torna alla lista articoli


Leave a Reply