Thoni presidente

Pubblicato su Sciare Magazine, gennaio 2022

Perché non candidare uno sciatore a tredicesimo Presidente della Repubblica Italiana? Uno, mi viene in mente, come Gustavo Thöni? Uomo tenace, come chi è nato alle pendici di una montagna difficile; uomo serio, come lo sono quelli di poche parole; uomo onesto, come chi si è guadagnato tutto quello che ha con il sudore delle sue vittorie. Gustavo Thöni sarebbe il presidente perfetto. Dopotutto un presidente di montagna non lo abbiamo mai avuto, dato che tre (Einaudi, Saragat e Scalfaro) erano piemontesi ma di città; e tutti gli altri erano certamente più marini che alpini: due (Segni e Cossiga) sardi; uno (Pertini) ligure; due (Ciampi e Gronchi) toscani e tre (De Nicola, Leone e Napolitano) campani; infine uno (Mattarella) siciliano. Beh, quantomeno per equità geografica, questa volta toccherebbe proprio a uno sciatore essere eletto alla più alta carica dello Stato!

Thöni, dicevo, sarebbe perfetto perché con lui potremmo rivivere un vitale sentimento di speranza, di cui tutti abbiamo oggi, più di ogni altra cosa, un profondo bisogno. Quella speranza che si viveva negli anni della Valanga Azzurra, quando con le vittorie di Thöni lo sci italiano vinceva nel mondo e con esso vinceva tutta la montagna italiana e l’Italia stessa. Che si scoprì terra di sciatori. Ve ne erano più di 5 milioni, quasi il doppio di quelli di oggi. Fioriva l’industria dello sci. Quasi tutti gli scarponi venivano prodotti in Italia. Nell’abbigliamento si anticipò quel “made in Italy” che nel decennio successivo avrebbe conquistato il mondo. Ovunque sorgevano seggiovie. E skilift venivano aperti anche sulle colline dietro casa. Dove vennero sperimentati i primi impianti di neve artificiale. La tv portava lo sci nelle case di tutti gli italiani. La montagna si coprì di seconde case, la maggior parte delle quali desiderate e acquistate proprio dagli amanti dello sci. Ogni domenica, da ogni città partivano pullman pieni di sciatori ad attendere i quali c’erano i maestri di sci sponsorizzati dal più prestigioso brand nazionale, l’Alitalia. Gli anni di Thöni furono gli anni dell’Italia dei record, a cui oggi si deve guardare con la speranza di poter tornare a rivivere quello stato di entusiasmante crescita.

Dieci anni fa, il 30 marzo del 2012, in piena crisi economica, Sergio Marchionne parlando ai giovani universitari disse: “Ma, anche se non sottovaluto la gravità della crisi che stiamo attraversando in Europa, non sono venuto qui a parlarvi di problemi né a tratteggiare un domani cupo e incerto. Si dice che gli esseri umani possono vivere quaranta giorni senza cibo, quattro giorni senza acqua e quattro minuti senza aria. Ma nessuno di noi può vivere quattro secondi senza speranza. Tutti noi, nel nostro ruolo di leader d’impresa, se abbiamo la forza di immaginare un futuro di crescita per le nostre aziende o per i nostri Paesi, abbiamo anche la responsabilità di rendere questa visione reale”.

Dopo la crisi economica del 2008, dopo il Covid del 2019 mi piace sperare che il prossimo Presidente della Repubblica, se proprio non può essere Thöni, sia almeno un amante dello sci e di quanto Thöni idealmente rappresenta con le sue vittorie, per dare allo sci e non solo allo sci un futuro di crescita e di prosperità.

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