Maestri APPassionati

Pubblicato su Sciare, 1 febbraio 2019

Adesso una App ci dice dove nel prossimo week end andremo a sciare. La stazione sciistica che ha riscosso più “mi piace” diventa la nostra scelta. E tutti andremo là. Accade così per le pizzerie, per i ristoranti, per gli hotel. Per i film che guardiamo. Sempre di più affidiamo alle macchine la decisione ultima di quello che facciamo. Le App scelgono per noi, orientano la nostra vita. Accadrà così anche per la marca, la lunghezza e il raggio degli sci che ci metteremo ai piedi. Una specifica App confronterà gli attrezzi risultati più performanti per sciatori che hanno le nostre capacità tecniche, il nostro peso, la nostra altezza, la nostra età e noi non potremo che scegliere quelli. Il consiglio tecnico dell’esperto sarà meno influente dell’indicazione espressa dall’algoritmo dell’App. Gli uomini credono di più all’infallibilità dei computer che all’affidabilità delle ragioni pensate con il proprio cervello. La macchina sta vincendo sull’uomo. Inesorabilmente.
Era il 1996 quando cominciò questa storia. Il miglior giocatore al mondo di scacchi, il russo Kasparov, sfidò in una partita uno speciale software, che si chiamava Deep Blue, sviluppato dall’IBM. Nel gioco degli scacchi la prima mossa prevede 20 possibilità di scelte diverse; la seconda, già 400. Vinse la macchina, perse Kasparov e con lui tutti noi. Nel 2016 la cosa si ripeté in modo ancora più eclatante. Per 6 giorni, dal 9 al 15 marzo, il super campione del gioco da tavolo Go, il coreano Lee Sedol, sfidò il software AlphaGo. In palio un milione di dollari. Se la prima mossa nel gioco degli scacchi ha 20 possibilità di scelta, nel gioco Go le possibilità sono 361, ma già la seconda mossa ne prevede addirittura 130 mila contro le 400 degli scacchi. Un gioco dalla complessità infinita. Per sfidare Lee gli ingegneri di AlphaGo hanno inserito 30 milioni di partite giocate dai migliori giocatori al mondo di Go. Nei 6 giorni di gara si è verificata una cosa imprevedibile quanto inspiegabile: la macchina ha elaborato strategie che nessun umano aveva mai pensato, vincendo in modo netto, 4 partite su 5.
Non è da scemi, quindi, fidarsi delle macchine per elaborare le nostre scelte, fossero anche quelle sciistiche. Dopotutto già all’inizio del secolo scorso abbiamo imparato a capire che i veicoli a motore, dai motocicli alle auto agli aerei, permettevano spostamenti più veloci e maggiori di quanto offrivano i cavalli, e al trasporto motorizzato ci siamo perfettamente adeguati. Sta accadendo la stessa cosa: anziché macchine per spostarci, abbiamo macchine che ci aiutano a scegliere. Secondo alcuni, però, se si estremizza questo uso della tecnologia informatica, si arriva a capire che in un futuro già prossimo scompariranno tutti i mediatori di conoscenza. Alessandro Baricco in “The Game” ha parlato di “tramonto dei sacerdoti”. Non ci sarà più bisogno di nessuna élite di esperti per scegliere i nostri sci, di conoscitori della montagna per scegliere dove andare a sciare… Tutto probabile, ma sono certo che nessuna App, mai, potrà sostituire quel sacerdote della tecnica che è il maestro di sci, perché una App potrà codificare la curva perfetta, potrà mostrarla, come già è possibile, sul video del telefonino e dallo stesso potrà, in un selfie video, far vedere gli errori che si commettono, ma nessuna App saprà mai fare quello che sa fare ogni vero maestro: trasmettere l’infinita passione per lo sci.

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