Cento volte sport, cento volte Sportivissimo

Pubblicato su Sportivissimo, dicembre 2018

Sportivissimo è arrivato a 100 numeri e potremmo definire questo traguardo una piccola grande impresa sportiva. Solo posando per terra, uno dopo l’altro, i fogli usati in questi 13 anni per realizzarlo, si potrebbe tracciare una ciclabile di carta da Testa Gemella nelle Alpi Aurine, la cima più a nord d’Italia, fino a Punta Pesce Spada nell’isola di Lampedusa, l’estremo sud della nostra penisola: 1300 chilometri di carta, su cui abbiamo raccontato la grande passione di Vicenza per lo sport. Campioni di livello mondiale e semplici amatori, donne e uomini, master e giovanissimi sono stati i protagonisti di questi 100 numeri. Sportivissimo ha parlato con passione della loro grande passione per lo sport. Senza escludere nessuno. Infatti tantissimi, se non addirittura tutti, sono gli sport, di cui ci siamo presi cura. Era il gennaio del 2006, quando abbiamo iniziato. La prima copertina ritraeva Cristina Castagna sulla vetta del Gasherbrum II, quota 8035. Da allora non abbiamo mai smesso di raccontare le piccole e le grandi imprese dei nostri atleti. Non saprei dire qual è stata la più esaltante, sicuramente tutte avevano quello speciale mix di tecnica e forza che è l’essenza di ogni disciplina sportiva.
Tecnica, come capacità della mente di gestire il corpo; forza, come capacità del corpo di rispondere alla volontà della mente. Nessuna pratica umana è altrettanto completa come lo è lo sport, che unisce il sacrificio con il divertimento, l’impegno con il gioco, l’uguaglianza delle regole tra tutti i giocatori con la libertà del singolo di perseguire la vittoria, dimostrando tutto il suo talento. Rispetto e merito. Squadra e individualità.
Il mondo è tutto di disuguaglianze: religiose, artistiche, sociali, politiche, economiche… Il mondo dello sport è ovunque uguale. Una gara di 100 metri è sempre una gara di 100 metri sia essa svolta in America, in Cina, in Europa, mentre, viceversa, un litro di benzina o un litro di latte ha prezzi differenti da paese a paese. Se l’uguaglianza dei parametri permette di decretare nello sport chi è il migliore del mondo, negli altri campi c’è sempre un gap che favorisce gli uni e svantaggia gli altri e la corsa verso l’eccellenza non è mai così cristallina come dovrebbe essere.
I giovani percepiscono tutto questo. Imparano a rispettare le regole comprendendo la loro assoluta necessità per lo svolgimento stesso del gioco. Senza regole sanno che non può esserci confronto. Perciò la via primaria per l’educazione civica tra i giovani è senza dubbio la via sportiva.
I meno giovani, invece, hanno capito che lo sport è benessere, salute vera. Sono tantissimi quelli che lo praticano ogni giorno, facendo anche imprese di tutto rispetto. Gli sportivi di una certa età dimostrano almeno dieci anni in meno rispetto ai pari età che non fanno sport. Se oggi una persona di 50 anni sembra il figlio di un cinquantenne vissuto negli anni Sessanta, lo si deve principalmente alla diffusione dello stile di vita sportivo nella nostra società negli ultimi 6 decenni.
Ecco, in cento numeri, di cosa abbiamo scritto; ecco, questi sono stati i nostri contenuti, sono i nostri valori. Abbiamo scritto di sport, raccontando le imprese sportive di grandi e piccoli atleti, per ribadire quello che lo sport è: la più alta scuola del miglioramento su cui ciascuno di noi possa contare.
Lo sanno bene i nostri inserzionisti, i quali, prima di servirsi della rivista come mezzo per farsi conoscere, condividono la necessità sociale di sostenere e diffondere la cultura sportiva; lo sanno bene i nostri lettori, che amano lo sport quale via per essere tutti persone più forti e sane, cittadini più leali e corretti, per essere tutti migliori.

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