Recoaragno sporting club

Pubblicato su Sportivissimo, aprile 2016

Sportivamente parlando, Recoaragno, ovvero l’unione di Recoaro e Valdagno in un’unica città dell’alta valle dell’Agno, esiste già da molto tempo. Non c’è valdagnese che non abbia imparato a sciare e ad arrampicare sui monti di Recoaro; non c’è recoarese che non abbia imparato a nuotare nelle piscine di Valdagno. Sotto l’aspetto dell’offerta sportiva, le due città si completano a vicenda da sempre. Lo sci alpino, lo sci alpinismo, il fondo, il bob, lo slittino, la corsa in montagna, il motocross e il ciclismo (l’unico professionista della valle è stato Egidio Cornale di Recoaro) sono sport “recoaresi”; il nuoto, il calcio, l’hockey, la pallavolo, il basket, l’atletica, le arti marziali, la scherma, il tennis sono sport “valdagnesi”. A riflettere sui due elenchi, si nota che lo sport a Recoaro è essenzialmente outdoor, all’aria aperta, mentre lo sport a Valdagno è principalmente indoor, da palestre e stadi. La ragione di questa divisione è semplice: Recoaro ha la montagna che Valdagno non ha; Valdagno ha avuto le strutture sportive della Città dell’Armonia, realizzate da Gaetano Marzotto, che Recoaro non ha avuto.
Nell’insieme, quindi, non c’è alcuna sovrapposizione: ciò che ha un paese, non ce l’ha l’altro, ma, al contrario, c’è una perfetta suddivisione delle discipline. Infatti ci sono stati valdagnesi cresciuti sui monti di Recoaro che sono entrati nella storia dell’alpinismo, come ci sono stati recoaresi formati nelle strutture sportive di Valdagno che si sono distinti nel calcio e nell’hockey. Recoaragno sporting club, quindi, esiste da tempo e funziona benissimo.
Come abbiamo scritto altre volte, le dinamiche sportive spesso precedono quelle sociali, tuttavia anche nell’ambito dei servizi una certa integrazione esiste già: gli ammalati hanno l’ospedale a Valdagno e le cure idropiniche a Recoaro; gli studenti hanno le scuole superiori a Valdagno, ma se uno vuole diventare Carlo Cracco va a Recoaro; chi desidera procurarsi patate o in genere prodotti agricoli li cerca sulle colline di Valdagno mentre chi cerca la fioretta o i prodotti caseari li trova nelle malghe di Recoaro. Anche i turni festivi e notturni delle farmacie dei due paesi sono in rete da decenni, così come il servizio di Polizia Locale.
L’alta valle non sarà ancora un unico paese ma, negli anni, è cresciuta una logica di stretta cooperazione. Allora l’unione Recoaro-Valdagno dovrà essere solo amministrativa? Se fosse così, sarebbe semplice. Prima, però, c’è da chiedersi se esiste un’affinità culturale, una compatibilità caratteriale. Perché l’azione di fusione tra due comuni uno a nord e l’altro a sud è un atto in sé “garibaldino”, ovvero, come dice il dizionario, un atto generoso e irruento, d’impeto, caratterizzato da una certa improvvisazione e, come dice la storia, è un’unione longitudinale che ha messo maldestramente assieme Reggio Emilia e Reggio Calabria, Cantù e Canicattì, Merano Terme e Lamezia Terme… C’è affinità tra il Ponte Verde e il Ponte dei Nori, tra la Piana e le Merendaore, tra i Preti e i Fonserga? Corrisponde al vero o sono solo luoghi comuni che Recoaro ha spirito più montanaro e cimbro, mentre Valdagno più cittadino e padano? Che profilo avranno i residenti di Recoaragno? Saranno forti e gentili, schietti e affabili, capaci di far festa e di far lezione allo stesso tempo? Chissà! Certamente saranno cittadini speciali, come dice il loro toponimo, saranno dei “recoa-ragni”, ovvero degli “spiderman”! E allora con 40 mila supereroi non solo riapriranno le Fonti e il Rivoli, ma il Pianeta tutto sarà migliore.

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