Allievi in libertà vigilata

Pubblicato su Sciare, dicembre 2013

L’ultima diavoleria dell’era della tecnica è il registro elettronico per i nostri ragazzi a scuola. Il vecchio registro cartaceo che gli insegnati portavano sempre con sé come il più prezioso e anche il più segreto dei documenti scolastici è stato messo in pensione. Quel registro su cui i professori annotavano rendimento e frequenza e chissà quali segretissimi appunti su quello che davvero pensavano sui loro allievi: “non studia perché va a sciare ma è il più intelligente della classe”, non esiste più. La modernità ha i suoi miti e adesso gli insegnanti scrivono i voti delle verifiche e delle interrogazioni, i ritardi e le assenze sul tablet interfacciati con gli smartphone dei genitori. Come per le spese con la carta di credito, così i voti dei nostri figli arrivano immediati sul nostro telefonino. Anche con un eventuale commento: “dovrebbe sciare di meno e studiare di più”. Voti come soldi; rendimenti scolastici come rendimenti economici! Con il risultato che il registro elettronico farà del voto scolastico un idolo ancor più importante di quanto già non lo sia, com’è accaduto per il denaro. I genitori saranno informati al lavoro dei voti dei figli. Un occhio al bilancio e l’altro alla media del quadrimestre. I ragazzi studieranno per il 7 come noi lavoriamo per i soldi. Finito per sempre il grande sogno di fare le cose bene per il fine supremo di farle bene. D’imparare per il piacere di sapere! Si lavora per i soldi, si studia per i voti, si scia per vincere e diventare campioni. Si fa tutto per avere successo. Se non lo si ottiene, si è dei falliti. I grandi artisti che hanno scritto, dipinto, creato musica per esprimere il meglio della scrittura, della pittura, della musica sono stati evidentemente dei cretini che hanno speso la loro vita per nulla, se in vita non hanno ottenuto successo. Lo stesso vale per tutti quegli atleti – cretini anche loro – che pur sciando da campioni ma non hanno mai vinto una gara di Coppa del Mondo. Ma non è tutto qui. Il registro elettronico è anche altro. Un ritardo e si è subito segnalati; un’assenza mirata – quel giorno c’era un compito e tra allenamenti e gare di sci non si ha avuto il tempo di prepararsi a dovere – e lo sanno tutti! Il registro elettronico come il braccialetto elettronico per i condannati ai domiciliari. Ma è giusto? Si diventa grandi senza dire una bugia, commettere un errore, prendersi un 3 perché non si è studiato e tenerselo per sé finché non lo si è recuperato con un bel 7? Si diventa grandi dentro la virtuale palla di vetro di questa sorveglianza “elettronica”? Giuro, capisco di più i nostri telefoni controllati dagli americani che i nostri figli schedati negli scolastici registri elettronici, tant’è che se un giorno ne ricevessi uno, non oserei a rispondere: “scusi, ma non me ne frega nulla!”

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