Caro master

Pubblicato su Sciare, aprile 2013

Caro Enrico, complimenti per la tua nomina a responsabile FISI per il settore Master; scelta migliore davvero non la si poteva fare. Ti leggo da tempo ed è chiara la tua competenza e passione. Riuscirai al meglio a mettere a posto il circus master gestendo regolamenti, punteggi e calendari vari. Certo, però, che per recuperare l’entusiasmo degli oltre 200 iscritti che un tempo animavano le gare over 35, avrebbero dovuto eleggerti almeno Presidente del Consiglio. Sì, d’accordo, il calo delle iscrizioni degli ultimi anni può esser originato da un calendario confuso e troppo denso di appuntamenti con gare che spesso si svolgevano in concomitanza; può esser stato motivato anche da un criterio di punteggio ambiguo, non sempre rispettoso della meritocrazia sciistica; ma la vera causa di questo allontanamento dalle gioie dell’agonismo in età matura sta, ahinoi, nella scelleratezza di questi tempi balordi che costringono i più tra i tuoi atleti master a rinchiudersi nei loro uffici nella disperata sfida di mandar avanti la propria baracca in un sistema-paese, questo sì, senza regole e senza giudizio, senza misura e senza intelligenza, senza meritocrazia e senza buon senso.
Caro Enrico, c’è un tempo per gareggiare e c’è un tempo per lavorare. Oggi non è più facile come lo era ieri a mettersi al cancelletto di partenza. Sorge il senso di colpa di aver sbagliato sfida. Di sprecare il proprio spirito agonistico, la propria voglia di migliorarsi e di vincere nella gara sbagliata. Era bello giocare alla Coppa del Mondo. Era divertente mettersi la tutina di Ted Ligety e fare finta di crederci, malgrado la pancetta e la schiena dura e i figli che ti chiedevano “hai abbassato i punti, papà?” come se fosse il tuo e il loro interesse maggiore. In fondo era solo questione di avere un pizzico d’autoironia. Adesso però che il business soffre e il fatturato cala, che le tasse aumentano e i margini si fanno sempre più evanescenti, che la solidità economica della tua famiglia dipende, tuo malgrado, dalla solidità economica della nostra nazione che viene equiparata a quella di Cipro; che i nostri imprenditori sognano l’Austria, tutta valli e montagne impervie, per via del fisco, come nemmeno noi sciatori desideriamo, beh, non basta più il saper sorridere di se stessi e delle proprie velleità giovanilistiche per mettersi al cancelletto di partenza con animo sereno e la voglia di mettercela tutta. Un amico master mi ha confessato: “se dovessi cadere e rompermi qualcosa ed esser costretto a stare lontano dal lavoro, mi mangerei fuori il capannone!” Chi ha dei mutui, pensa alla banca tra una porta rossa e una blu.
Insomma, caro Enrico, tanti sinceri auguri per il tuo nuovo impegno nel mondo master ma non volertene e non volercene se, andando di questo passo, i tuoi master rimarranno sempre più spesso in bottega.

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