A Valdagno, in una notte magica

Pubblicato su Sportivissimo, gennaio 2013

Insomma ce l’abbiamo fatta. Ce l’ha fatta Eugenio Menato a portarci Alberto Tomba a Valdagno; ce l’ha fatta Giuseppe Pisi a parlare di leadership aziendale in un contesto sportivo; ce l’ha fatta Alberto Tomba a raccontare se stesso nei panni del leader; e, pare, ce l’abbia fatta anch’io a far passare l’idea che lo sport sia prima di tutto un modo di pensare e di vivere il nostro tempo; non ultima ce l’ha fatta Valdagno e la sua gente che hanno saputo dare un abbraccio indimenticabile ad Alberto e anche a tutti noi. Grazie, quindi, ed evviva. Perché il tema era arduo. Nella nostra cultura patria, lo sport non è albergabile tra le arti e le scienze, tra i discorsi cosiddetti alti: sta nelle ultime pagine dei giornali, sul gradino più basso delle discipline umane. Non è argomento di riflessione ma di chiacchiera; non è pensiero, ma becera pratica. Mettere assieme sport e impresa poteva essere una combinazione eccentrica. Una stravaganza senza senso. Appena arrivato a Valdagno, Alberto Tomba era un po’ preoccupato per il tema dell’incontro. Aveva fatto mille serate a firmare autografi, a guardare video, a parlare di curve. Lo avevamo avvisato che questa volta sarebbe stato diverso.
Abbiamo una sfida che ci anima, gli avevamo anticipato. Vorremmo che lo sport fosse considerato per quello che da sempre è stato nella storia della nostra civiltà: una filosofia dell’uomo, capace di offrire una visione del mondo positiva, etica e sana. Una filosofia del miglioramento dell’io che oggi sempre più si sta imponendo con la sola forza dei propri valori. Basta pensare all’ideale odierno di bellezza del corpo umano, femminile o maschile non fa differenza, per capire che il riferimento estetico è il corpo dell’atleta; basta osservare che è l’automobile sportiva quella più desiderata, l’orologio subacqueo quello più acquistato, i vestiti casual quelli più indossati da persone di tutte le età per capire che la nostra è una Sport Society. Sportivissimo, nel suo piccolo, è nato per dirlo. Non sono seri i giornali, nemmeno se sono grandi, senza una propria metafisica.
La serata è riuscita principalmente per l’energia che ha saputo esprime Alberto Tomba con la sua bella favola di sciatore di città che diventa lo sciatore più importante di tutti tempi. Ci sono due fenomeni sportivi che hanno saputo accendere più di tutti i cuori degli italiani: l’Italia del calcio campione del mondo del 1982 e Alberto Tomba: il primo, archetipo dell’Italia degli edonistici anni Ottanta con la moda italiana che s’imponeva nel mondo, con il fenomeno del Nordest al suo apice, con un’Italia vivace e vincente, così lontana da quella di oggi; l’altro, simbolo dello spirito italico, ricco di forze e di energie, di talento e di simpatia che s’impone contro tutto e tutti. La vitalità che Alberto Tomba ha saputo straordinariamente esprimere con e senza gli sci ai piedi è stata un bel messaggio di speranza per tutti, come ha detto Giuseppe Pisi durante la serata.
Lo sport sta dando molto alla nostra società e può dare ancora di più. E’ la filosofia più vincente del presente, unico pensiero davvero globale dato che lo si pratica nello stesso modo a sud come a nord, a est come a ovest del Pianeta; unico pensiero davvero completo, dato che ha saputo far conciliare il valore della libertà, proprio del liberalismo, con il valore dell’uguaglianza, proprio del socialismo, annullando un conflitto dottrinario che è stato la causa di tutte le barbarie del secolo scorso. Al cancelletto di partenza siamo tutti uguali, ma poi ciascuno di noi è chiamato a esprimere liberamente i propri talenti. Uguaglianza e libertà. Merito e rispetto. Per queste e infinite altre ragioni, lo sport dovrebbe avere più spazio nella formazione dei giovani; dovrebbe essere più integrato nel sistema scolastico; dovrebbe avere un riconoscimento maggiore da parte del mondo della cultura, dell’impresa, della politica. E’ questo che abbiamo detto a Valdagno in una serata magica, ricca di energia. E allora dovremmo essere felici che Mario Monti abbia candidato nella sua lista Valentina Vezzali, campionessa olimpica di fioretto; che Berlusconi vorrebbe rispondergli ricandidando Manuela Di Centa, gloria del fondo italiano, che “ha vinto anche di più” della Vezzali; che Bersani abbia corteggiato Josefa Idem, regina del canottaggio…? No, non ne siamo felici affatto. Tutt’altro! Che competenze politiche ha un atleta? Che contributo può dare in un momento così complesso come quello che stiamo vivendo, con l’Italia che non cresce, con le imprese che chiudono una ogni minuto, con gli imprenditori che s’impiccano, con gli operai disperati in cassa integrazione? Aver messo in lista i campioni dello sport è la solita operazione d’immagine di una politica incredibilmente ancora irresponsabile, un cercar voti tra i fans club. Alla politica oggi servono, invece, persone che s’intendano di economia, d’impresa, di organizzazione. Non sportivi. Scrive Camon: “vedo i problemi; vedo i nomi dei candidati, ma non vedo in questi nomi la soluzione di quei problemi”. Ha ragione! Siamo allora in contraddizione con tutto il nostro elogiare lo sport? Con il considerarlo la filosofia vincente dei nostri tempi? No. Il ragionamento è un altro. Lo spieghiamo con un esempio. Noi non proponiamo di mettere a capo dell’ufficio progettazione di una casa automobilistica un campione di automobilismo. Rileviamo soltanto che la sensibilità dominante degli ingegneri che progettano oggi le autovetture è di tipo sportivo. Ciò significa che chi fa oggi autovetture ha una visione sportiva di ciò che fa. Mai pensato che un atleta, che è stato anche un campione, possa essere per questa ragione anche un buon politico. Né Pisi, né io abbiamo detto che Tomba, perché è stato il leader dello sci, potrebbe essere un ottimo leader d’azienda. Crediamo, però, che un politico o un leader d’azienda che abbia una visione sportiva della vita, che creda nello spirito di sacrificio, nel merito, nella sfida leale, nel gioco di squadra, nella devozione alla maglia, che sappia circondarsi di persone davvero capaci, che sia acceso dal sacro fuoco della ricerca del proprio miglioramento, che abbia una mentalità vincente come quella di Alberto Tomba, possa essere il politico o il leader d’impresa che ci riporti a vincere. È questo che abbiamo detto a Valdagno, in una notte magica, carica di energia positiva.

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