Il collare d’oro del CONI all’Unione sportiva Asiago

Pubblicato su L’Altopiano, dicembre 2020

Solo i grandissimi dello sport azzurro ricevono il Collare d’oro, la massima onorificenza del Coni, una medaglia che ne vale cento, tanti quanti sono gli anni in cui si è stati il riferimento e il motore della pratica e della cultura sportiva di un intero territorio. Se una medaglia è il premio per una gara vinta, il Collare è il riconoscimento di tutta una storia vissuta da campioni.

L’Unione Sportiva Asiago ha ricevuto il Collare d’oro del Comitato Olimpico Nazionale per i cent’anni della sua attività, che è stata straordinaria come poche altre, da quando, appena finita la Grande Guerra, in un’Asiago distrutta ma vittoriosa, la vita lentamente iniziò a riprendere proprio avvicinando i giovani del paese allo sport, come ebbe modo di scrivere Mario Rigoni Stern, che dell’Usa, come lui chiamava l’Unione Sportiva Asiago e che nomina in varie pagine della sua opera, fu giovanissimo atleta, fiero dei suoi “sci di frassino, lunghi oltre i due metri” di cui si ricordava perfino il costo, “32 lire”, così come si ricordava le tante gare a cui aveva partecipato, quelle “più importanti per i ragazzi erano i campionati nazionali dell’ONB, Opera Nazionale Balilla…”. La storia dell’Usa è la storia di un paese di montagna che è diventato una moderna città alpina anche grazie la diffusione della pratica sportiva tra i giovani, che di anno in anno crescevano nei valori dell’amicizia, della sana competizione, del miglioramento tecnico che presto diventa ricerca, a tutto campo, del miglioramento di sé.

All’inizio, negli anni Venti, il primo sport praticato fu lo sci di fondo. Sui grandi pascoli dell’Altopiano le squadre di fondisti sciavano superando distanze degne del grande nord; poi arrivò il salto con la realizzazione del primo trampolino in legno in località Ave al Bellocchio e solo in seguito lo sci alpino, che ebbe un grande impulso con la realizzazione, negli anni Trenta, della slittovia del Kaberlaba. I giovani del paese scoprivano la bellezza dell’Altopiano in cui erano nati e sarebbero diventati grandi con gli sci ai piedi e questo fu un modo per appassionarli per sempre alla loro terra. Negli anni poi l’Unione Sportiva Asiago è diventata un riferimento per la pratica degli sport invernali anche per l’intera provincia vicentina e padovana. Oggi, il presidente, Roberta Rodeghiero, cui verrà consegnato a Roma nel palazzo del Coni l’importante riconoscimento, dice con orgoglio: “noi siamo sempre quelli di 100 anni fa, perché il nostro spirito è sempre lo stesso: da giovani siamo stati atleti dell’Usa, ora facciamo i dirigenti dell’Usa per dare ai giovani di oggi quello che abbiamo ricevuto noi ieri: è una catena di valori sportivi che dura da un secolo e che non si è spezzata e che non si spezzerà mai”. Sono tante le discipline praticate. Oltre allo sci alpino e allo sci di fondo, si pratica lo snowboard, il biathlon e lo ski roll; così come sono tanti i campioni che l’Usa ha fatto crescere e ha portato ai massimi livelli internazionali; e tanti sono gli eventi organizzati, varie edizioni della Coppa del Mondo di fondo, i Mondiali Master, fino alle gare circoscrizionali di tutte le discipline per tutte le categorie. Ma soprattutto sono migliaia i giovani che, in questi cento anni, con gli sci ai piedi si sono appassionati della montagna e dei suoi grandi valori.

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